27/04/2012 10:54


La RAI

Liberisti feroci fuori casa, protezionisti ad oltranza in casa propria. Questa è la RAI, un'azienda che applica a senso unico le regole del libero mercato. Se vogliono il libero mercato, benissimo, che rinuncino a quell'odiosa rapina legalizzata che va sotto il nome di "canone di abbonamento" e che si confrontino con il mercato, come fanno gli altri. Troppo comodo fare i mantenuti in casa propria e i liberisti a casa d'altri. Il Governo di Mario Monti, che ama così tanto predicare di liberalizzazioni e di sviluppo, non sarà credibile fintanto che non cancellerà (fra le varie) il canone RAI, la più emblematica fra le tante rendite di posizione che affliggono il nostro Paese. E possibilmente senza sostituirlo con altre tasse, grazie.

01/06/2011 22:25


Date a Cesare quel che è di Cesare

Ancora una volta, con dolorosa cadenza, leggo di una vicenda che ricorda come il più grande problema italiano sia la grave carenza di laicità da parte dello Stato e delle istituzioni, un problema che sommato alla cronica inefficienza delle medesime non può che generare ingiustizie: fra i motivi del perenne sottosviluppo del Paese rispetto a coloro con cui amiamo confrontarci questo occupa il primo posto. Da Piergiorgio Welby, ad Eluana Englaro, a Giuseppe Marletta, passando per chissà quanti altri, passati, presenti e futuri. "Dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio" è una frase che in Italia suona tragicamente priva di significato.

02/05/2011 00:15


Le inevitabili conseguenze

No, Italia, così proprio non va! Il tuo ruolo nella crisi libica doveva rimanere ben diverso! Perché ti sei lasciata coinvolgere fino a questo punto ? Non so se quei bimbi siano stati uccisi davvero o se si tratti di una messa in scena di Gheddafi; spero la seconda, ma temo sia la prima. Le bombe sono fatte per uccidere e, per quanto "intelligenti", esse non fanno distinzione di età, sesso o religione, e se non sono quei bambini saranno altri, comunque innocenti. Un conto è decretare una no-fly zone con lo scopo di evitare bombardamenti aerei sulla popolazione civile, un altro è il sostituire i bombardamenti di altri con i propri!

18/04/2011 11:58


Ma allora, alla fine, è meglio la Francia o l'Italia ?

Eh si, perché la domanda sorge spontanea. Alla fine la Francia ha "aperto la porta" all'ingresso dei tunisini dall'Italia attraverso il confine di Ventimiglia. Il fatto che ci sia stato qualche ulteriore intoppo mi sembra del tutto giustificato dalla situazione. Forse che se i ruoli fossero stati invertiti, ovvero se un nutrito gruppo di tunisini avesse cercato di attraversare il medesimo confine, ma in senso contrario e "scortati" da altrettanti esponenti di centri sociali francesi, avremmo steso per loro il tappeto rosso? Coloro fra i nostri esponenti politici e di governo che si sono inalberati per l'atteggiamento francese ho idea che si sarebbero comportati peggio se fossimo stati noi i destinatari anziché i "mittenti" del transito in questione.

13/04/2011 15:05


(dis-)Unione Europea

Gli sconvolgimenti politici nel Nord Africa continuano, così come continua senza sosta il flusso di migranti che essi producono, una fiumana di gente che tenta la via dell'Europa iniziando con l'approdare nelle isole Italiane più raggiungibili, talvolta con esiti tragici.

Questi incessanti afflussi dall'Africa, che il buon senso vorrebbe fossero un problema dell'Europa intera, secondo altri membri dell'Unione, in particolare Francia e Germania, sono una questione che riguarda solo l'Italia. Il fatto è, invece, che poiché buona parte di tali migranti, in massima parte tunisini, ha come meta di destinazione finale la Francia, se il problema deve essere scaricato su di un solo Paese europeo allora quel Paese non può che essere la Francia stessa, dal momento che la Tunisia è stata una colonia francese e di conseguenza già oggi moltissimi parenti ed amici di questi nuovi migranti vivono in Francia. Quando Parigi afferma che ... (continua)

12/04/2011 12:07


L'Italia e la crisi Libica

La situazione in Libia è sempre più confusa, o almeno così appare agli occhi di chi, come il sottoscritto, non può che basarsi sulle poche informazioni che ha a propria disposizione. Dopo una prima fase di prudente titubanza, il nostro Paese si è lasciato coinvolgere nel conflitto libico in modo più sostanziale, ma questo impegno non deve andare oltre misura. Il ruolo dell'Italia in questa vicenda dovrebbe rimanere di tipo primariamente umanitario, con la concessione delle basi aeree ai fini di applicazione delle risoluzioni ONU e con la gestione dell'inevitabile flusso di profughi che non venendo più ostacolati da Gheddafi affluiranno copiosi anche dall'Africa subsahariana (e di cui ovviamente anche tutti gli altri Paesi europei dovranno farsi carico!). L'Italia quindi è già in prima linea nella vicenda, senza alcun bisogno di un nostro impegno militare diretto sul campo di battaglia (un atto che fra le altre cose sarebbe anche in contrasto con i nostri principi costituzionali); anche perché se il conflitto non volge nettamente a favore di una delle due fazioni è necessario capire se si tratti solo di uno stallo militare o anche politico. Nel secondo caso, infatti, se la caduta di Gheddafi (che ad oggi sembrerebbe possibile ma che non è poi così scontata) avvenisse per intervento esterno anziché per mano dei libici, si rischierebbe di trasformare quella regione in una nuova Somalia. Il rimuovere una dittatura non significa automaticamente veleggiare felici verso la democrazia, un fatto che è sempre bene tenere a mente.

28/03/2011 10:24


La Scorciatoia

La reazione a catena (per usare una definizione tristemente attuale) della Rivoluzione Francese Africana prosegue, coinvolgendo uno dopo l'altro stati retti da decenni da regimi più o meno dittatoriali. La rapidità di questo contagio credo sia spiegabile unicamente con la grande facilità di comunicazione a cui oggi le persone hanno accesso, anche in quei Paesi e nonostante gli sforzi fatti dai rispettivi governi per impedirlo. La TV satellitare, che varca facilmente i confini e le barriere imposte dai regimi, i telefoni cellulari onnipresenti e sempre più "onnipotenti", ed infine la Grande Rete, Internet, con la sua enorme capacità di creare aggregazione sociale e politica, e che rappresenta un fenomeno davvero senza precedenti. Tutto ciò sta facendo sì che mentre la vera Rivoluzione Francese ... (continua)

19/02/2011 22:18


La Rivoluzione Francese

Non passa ormai giorno senza che un nuovo Paese di cultura araba vada ad aggiungersi all'ormai lunga lista di quelli in cui i cittadini si stanno ribellando ai dittatori che li hanno governati per decenni (e spesso, purtroppo, con l'avallo dell'occidente, in nome di convenienze economiche e geopolitiche). E` difficile immaginare quale potrà essere l'epilogo di questi moti popolari di portata così vasta, epocale. Come non fare quindi un parallelo con la Rivoluzione Francese, che segnò per il mondo occidentale l'inizio dell'epoca moderna e l'affermazione del pensiero illuminista ? Una rivoluzione che a quel tempo non riguardò però il mondo arabo: forse che sia giunto il loro momento ? Con il calendario più o meno ci siamo, visto che per il mondo islamico attualmente siamo intorno all'anno 1500. Ma a differenza di quanto avvenne da noi, dove questi accadimenti maturarono e produssero i loro effetti nell'arco di qualche secolo, oggi la comunicazione globale può accelerarli drasticamente. Non ci resta che sperare che per questi popoli si apra davvero la via verso la conquista di maggiore libertà e democrazia, e che riescano a non cadere nella trappola più insidiosa, quella che li farebbe precipitare dalla padella nella brace, e noi con loro. E` quello che successe in Iran trent'anni fa, ma oggi le cose potrebbero andare diversamente, perché il mondo da allora è profondamente cambiato.

29/11/2010 09:32


Wikileaks

La notizia di questi giorni è la pubblicazione di una montagna di documenti riservati di pertinenza dell'amministrazione USA da parte del sito Wikileaks. Non sono affatto sorpreso che ciò sia accaduto, né posso dire con certezza se Julian Assange sia un eroe o se alla base della sua iniziativa vi siano motivazioni diverse da quelle che appaiono; io amo pensare che non ve ne siano. il Mondo è pieno di eroi, e non vedo perché Assange non potrebbe essere fra questi, almeno stando a quello che si sa della sua storia personale. Ma se anche io mi sbagliassi su questo punto, ciò non cambierebbe minimamente le considerazioni che seguono, perché mi occupo da quindici anni di cose della Rete ed una cosa penso di averla imparata: ... (continua)

24/02/2010 11:34


Il Paese di Acchiappacitrulli

Leggo con disgusto della sentenza di condanna dei vertici di Google Italia per un episodio di bullismo verificatosi tempo addietro, e pubblicato su YouTube dagli sciagurati autori dell'episodio medesimo.

Quello che penso in proposito già lo scrissi a suo tempo e non mi ripeterò. Potrei solo aggiungere che mi piacerebbe sapere come mai l'associazione Vividown non sia intervenuta prima a difesa della vittima. Forse che se non fosse stato per merito di Google non sarebbe mai venuta a conoscenza del fatto ? E` probabile.

Come non associare quindi questa ennesima perla di giurisprudenza oscurantista ed informaticamente analfabeta (che ben fa il paio con quest'altra) sui temi della Rete ad un capolavoro della letteratura quale la storia di Pinocchio ? Il povero burattino, derubato dal Gatto e dalla Volpe delle monete d'oro ricevute da Mangiafuoco, era corso nel vicino paese di Acchiappacitrulli per denunciare l'accaduto ad un giudice, impersonato nel racconto da uno scimpanzé; questi, una volta ascoltata con attenzione la vicenda, naturalmente ... sbatté in prigione Pinocchio!

Che altro dire, spero solo che il processo di appello non si tenga anch'esso nel tribunale di Acchiappacitrulli, e che finalmente si ponga fine a questa voglia di farsi pubblicità alle spalle del povero involontario protagonista di questa vicenda.

Inutile dire che, se ciò non accadrà, i certamente molti altri episodi analoghi avranno meno probabilità di venire scoperti. In attesa dell'appello le vittime, sentitamente, ringraziano Vividown, il giudice e tutti coloro che, come ad esempio l'On. Maurizio Gasparri, plaudono alla sentenza e puntano il dito contro Pinocchio, ignorando completamente il Gatto e la Volpe.


Aggiornamento del 22/12/2012: finalmente una parvenza di normalità in un Paese come l'Italia che, spesso, normale proprio non è.