04/11/2009 13:30


Un simbolo scomodo

Nei giorni scorsi la Corte europea per i diritti dell'uomo di Strasburgo, sulla base del ricorso presentato da una cittadina italiana di origine finlandese, ha stabilito che i crocefissi vadano tolti dalle aule scolastiche, in quanto la loro presenza costituisce "una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni". Convinzioni che evidentemente non contemplano quello che il crocefisso sta lì a ricordarci, ovvero che ogni giorno una moltitudine di uomini patiscono umiliazioni ed ingiustizie per mano di altri uomini loro fratelli. Evidentemente non si considera questo messaggio abbastanza universale e si preferisce togliere di mezzo ciò che ce lo ricorda, così che la nostra coscienza non ne venga turbata.

Il crocefisso è portatore di un messaggio "scomodo", un messaggio che era fastidioso duemila anni fa come lo è oggi; un messaggio che, proprio perché universale, è spesso tradito anche dalla stessa Chiesa Cattolica, come le cronache non mancano mai di ricordarci.

Tuttavia viviamo in una Italia e in una Europa che sono, o dovrebbero essere, laiche, una laicità di cui specie nel nostro Paese vi è carenza ma che è indispensabile per rendere possibile una pacifica coesistenza multietnica. In questo senso il crocefisso o il velo islamico vanno visti alla luce dei messaggi che questi simboli trasmettono, stabilendo quali di questi messaggi siano compatibili con i fondamenti laici ed illuministici della nostra società e quali invece non lo sono. Così come il crocefisso non rappresenta solo un oggetto acchiappa-polvere, così il velo islamico non rappresenta solo un copricapo per donne particolarmente freddolose. Ma l'affrontare a tutto campo il problema della compatibilità fra religione e società laica richiede il coraggio di entrare in rotta di collisione con le grandi confessioni monoteiste, cristiana e musulmana in particolare; un coraggio senza il quale il togliere un simbolo cristiano dalla parete o il cercare di strappare il velo ad una donna islamica rischiano di essere azioni ideologiche più dannose che utili; un coraggio di cui vi è un grande bisogno ma che né la signora italo-finlandese né la Corte di Strasburgo penso abbiano dimostrato.

Bookmark and Share

Trackbacks (0) |