11/12/2012 11:28


Democrazia a Cinque Stelle

Con le recenti epurazioni avvenute nel Movimento Cinque Stelle di Beppe Grillo, alle quali probabilmente ne seguiranno altre, in tanti accusano Grillo di una gestione dittatoriale del M5s, lamentando la mancanza di democrazia interna nel Movimento. Io credo invece che sia giusto così, e questo perché per un movimento nato in rete non vi è alcun bisogno di "democrazia" nel senso tradizionale del termine, perché di democrazia in rete, non ce n'è e non ce n'è mai stata, né c'è il bisogno che ve ne sia. Queste affermazioni potranno sembrare "sacrileghe" ai molti che magari usano la rete ma che non ne hanno vissuto la genesi e non ne comprendono realmente i fondamentali, ma non a chi, come me, vecchio amministratore di reti e sistemi Internet, la rete la vive dai tempi di UUCP e di USENET, quando l'essere considerati "fascist sysadmin" era normale, e generalmente anche apprezzato. La rete *è* la democrazia; essa è quanto di più trasversale e paritario si possa immaginare (e dobbiamo compiere ogni sforzo per mantenerla così), un luogo in cui chiunque può, se vuole, cercare di creare un proprio movimento, secondo l'idea che più gli aggrada, e se troverà chi è disposto a seguirlo ci può anche riuscire, con costi economici che sono sicuramente alla portata dei più. Una cosa molto più difficile un tempo, quando la possibilità di creare aggregazione attraverso la comunicazione era appannaggio di chi aveva accesso ai canali della comunicazione stessa, normalmente assai costosi e posti sotto il controllo di pochi soggetti potenti. Quindi, inutile stracciarsi le vesti e gridare al fascista: se i fondamentali dell'impostazione data da Grillo al M5s non stanno bene a qualcuno, quel qualcuno può benissimo aprire un proprio blog e crearsi il proprio movimento, imponendo le linee-guida che più gli aggradano.

La questione è strettamente imparentata con i sempre più convulsi tentativi della nostra classe politica e di potere di estendere alla rete il reato di diffamazione a mezzo stampa, con l'obbligo di, udite udite, rettifica! Come se fossimo fermi a 30 anni fa, quando la diffamazione attraverso un mass medium non poteva venire contrastata se non attraverso lo stesso medium, o altri dotati da una "audience" analoga, perché il fare un giornale, o una TV, e renderli abbastanza diffusi, non era certo nelle possibilità dei più. Chiunque oggi, ma proprio chiunque, può farsi un proprio sito web e controbattere a qualsiasi cosa ritenuta diffamatoria che lo riguardi, argomentando la propria difesa o diffamando a sua volta, nella certezza di avere pieno controllo del "canale" e senza dover sostenere chissà quali costi e senza bisogno che sia un giudice ad imporre a qualcuno di "fargli spazio". La "distanza elettrica" fra il mio sito web e il PC dell'utente navigatore è la stessa che separa i siti di La Repubblica e de Il Corriere da quello stesso PC.

Con Grillo si può essere o non essere d'accordo, ma se non lo si è basta andarsene dal M5s ed agire di conseguenza, perché se vogliamo la democrazia oggi ce la possiamo benissimo creare da soli.

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