06/12/2011 11:52


L'Eutanasia del Paese

La tanto temuta manovra economica del Governo Monti è stata finalmente annunciata, ed è peggiore delle già fosche previsioni. Da un lato, la riforma delle pensioni era sicuramente il primo dei punti da affrontare. Per vari decenni in Italia le pensioni sono state sostanzialmente "regalate", non avendo pressoché mai corrisposto ad un adeguato ammontare di contributi versati. Era perciò inevitabile che questo nodo dovesse venire al pettine, e c'è venuto. Va da sé che, per quanto necessaria, questa riforma va ad impoverire ulteriormente un Paese già da tempo in forte recessione, sia nell'economia che negli stili di vita. Era quindi assolutamente indispensabile che la riforma del sistema pensionistico, già di per sé assai traumatica, non fosse assolutamente accompagnata anche da un aumento, e grosso, del prelievo fiscale. Anzi, semmai avrebbero dovuto sparire tasse, ad iniziare da quelle più assimilabili ad imposte patrimoniali, come il bollo auto e il canone RAI. Quindi TOGLIERE I COSTI, e la riforma previdenziale va in tal senso, ma NON AUMENTARE LE ENTRATE SENZA AGIRE ALLA RADICE, E MENO CHE MAI AUMENTARLE PARTENDO DA UNA SALATISSIMA ICI sulla prima casa, una tassa vergognosa e profondamente iniqua che colpisce in particolare proprio coloro che già oggi hanno maggiori difficoltà, anche per effetto della riforma previdenziale. La tassazione della casa di abitazione è quanto di più vergognoso possa accadere in un Paese civile, perché pone una ipoteca sulla possibilità di poter continuare a possedere la propria abitazione nel caso in cui non si riesca a pagarne "l'affitto" allo Stato. Una eventualità tutt'altro che remota in un momento come questo, in cui la maggior parte dei cittadini sono gravati da un mutuo che per molti sta diventando già di per sé insostenibile, e sempre più spesso a causa della perdita del posto di lavoro. Il problema pensionistico era certamente tale, e doveva essere affrontato, nella consapevolezza del trauma che ciò avrebbe causato. Ed anzi, si poteva fare di più, chiamando ad una maggior solidarietà coloro che fino ad oggi hanno avuto dal sistema solo ingiustificati vantaggi, con pensioni erogate dopo 15 anni di "lavoro" e cose simili. Così come si dovrà affrontare una altrettanto profonda riforma del mercato del lavoro, fondamentale per cercare di rimettere in moto il Paese. Ma questi temi dobbiamo affrontarli innanzitutto per far del bene a noi stessi come Italiani, e specialmente ai nostri figli, prima ancora che per cercare di salvare un Euro ed una Europa la cui salvezza non dipende solo da noi. Ma ora che gli aspetti più recessivi della manovra sono stati avviati, allo scopo di fare immediatamente cassa, inclusa la stangata sui carburanti (tanto per cambiare!), questo governo deve ASSOLUTAMENTE passare ad attuare quella parte di programma rivolta allo sviluppo; quindi mercato del lavoro, privatizzazioni, liberalizzazioni e costi della politica. La differenza fra il fare queste cose e non farle è quella che passa fra l'essere ricordato come il miglior governo del Paese o il peggiore. Una differenza non da poco, e se ciò non verrà fatto, se cioè ci si limiterà (sempre tanto per cambiare!) a "spremere" la classe media (o ciò che ne rimane) come se fosse un "bancomat" del fisco, allora questa manovra equivarrà ad una vera e propria "eutanasia" del Paese, che affosserà l'Italia e non salverà l'Europa. Per quanto apprezzabile ed opportuna sia stata la decisione del Presidente Monti di rinunciare al proprio stipendio di Primo Ministro in nome dei sacrifici varati, resta il fatto che lui problemi di sussistenza non ne avrà comunque, mentre tantissimi italiani a questo punto si. E se il fare sacrifici è brutto, un conto è farli per poi avere scuole migliori, trasporti migliori, più servizi, ecc. come la logica delle tasse vorrebbe, ed un altro ben diverso è che, al contrario, ci si ritrovi più poveri e con meno servizi, meno scuole, e che non si sia neppure più padroni del tetto che si ha sopra la testa.

Per quanto mi riguarda, il mio giudizio sul governo Monti resta sospeso e voglio concedergli ancora una possibilità per andare finalmente a mettere le mani, quanto prima e con molta decisione, in tutti quei temi che erano parte del suo discorso programmatico e di cui non si trovano che pallidi riscontri nei primi provvedimenti veri. Ad onor del vero, quello che si farà o non si farà non dipende solo da Monti, ma dal senso di responsabilità del Parlamento, un senso di responsabilità stra-ribadito a parole, ma che non perde occasione per "evaporare" ogni qualvolta si parla di andare a toccare i "clienti" dell'uno o dell'altro.

Per quanto riguarda le motivazioni "europeiste" di questa manovra, io spero che Monti, prima di "mettere al muro" la classe medio-bassa del nostro Paese in nome della nostra permanenza nell'Euro abbia ottenuto la certezza delle dovute contropartite da parte di Angela Merkel & C., senza le quali, e ferme restando le riforme strutturali comunque necessarie per l'Italia, la moneta unica si disgregherebbe in ogni caso, nonostante la nuova mazzata fiscale abbattutasi sulle nostre teste.

A mio avviso l'unica via per salvare l'Euro è la sua svalutazione, accompagnata da una maggior integrazione ed uniformità fra le politiche fiscali e di bilancio degli Stati membri. A questo punto, parafrasando Giuseppe Garibaldi, "qui si fa l'Europa o si muore". In particolare, i trattati vanno rivisti per mettere la BCE in grado di fare quello che tutte le altre banche centrali possono fare. E se non sarà la BCE a stampare carta, saranno i falsari, ma qualcuno dovrà necessariamente farlo, perché l'Euro *dovrà* essere svalutato. Diversamente lo sfaldamento della moneta unica è pressoché certo.


Aggiornamenti dell' 8/12/2011: L'Euro può esplodere, e la cosa non mi meraviglia affatto, per quanto detto più sopra. Quanto all'equità, al taglio dei costi della politica e compagnia bella, fuori uno, e fuori due. Avanti il prossimo ... E qui la colpa non è certo di Mario Monti, ma di quella grossa fetta di Italiani che invocano il cambiamento a parole, salvo poi impedirlo in ogni modo.

Aggiornamento del 10/12/2011: fuori tre, avanti così ... questo Parlamento ignobile sta scavando la fossa del Paese, come è già successo. A questo punto il vero problema del governo di Monti è che comunque deve passare per il Parlamento, per *questo* Parlamento. Un bel guaio. Riforme come quella delle pensioni, e quella altrettanto drastica che si dovrà fare sul mercato del lavoro, possono essere fatte solo a fronte di una assoluta equità, e sono certo che il governo presieduto a Monti è perfettamente consapevole di ciò. Purtroppo, e paradossalmente, il maggior ostacolo a tale equità è costituito dal Parlamento Italiano, troppo permeato da interessi di bottega e scarsamente dal senso dello Stato e dell'interesse superiore del Paese.

Aggiornamento del 14/12/2011: Fuori anche i taxi; restano le farmacie, ma non è detto. Incremento, invece, di anacronistici fondi per l'Editoria, come se questa fosse ancora il cardine del pluralismo e Internet non esistesse. Praticamente tutte le misure diverse dalle tasse in questa manovra si stanno squagliando una dopo l'altra come neve al sole. Il fallimento del Paese è davvero dietro l'angolo, e non per colpa di Monti, ma degli Italiani.

Secondo aggiornamento del 14/12/2011: il "per ora" di cui sopra, riferito alle farmacie, è durato lo spazio di un mattino. Ora sono saltate anche quelle. E come se non bastasse, solo stamattina mi ero trattenuto dall'aggiungere un "adesso mancano solo le sigarette", come battuta. Macché battuta! Eccole qua! Benzina e sigarette, ecco a cosa si è ridotto il "rivoluzionario" governo Monti!

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