Inverno 2024-2025
Non c'è trippa per gatti
Ottobre
La prima parte del mese vede prevalere un'asse di saccatura centrato sull'Italia, con piogge abbondanti e nevicate a quote via via più basse. Tuttavia, le depressioni successive affondano sul vicino Atlantico, facendo persistere un regime piovoso ma a carattere questa volta assai più mite, soprattutto per quanto concerne le minime notturne. Il mese si chiude con 200 mm di pioggia e un'anomalia di oltre +2°C.
Novembre
L'avvio di novembre è segnato da temperature tutt'altro che fredde, ma la situazione subisce un brusco cambiamento attorno alla prima settimana, quando ripetuti afflussi di aria fredda introducono masse dal sapore invernale. Sovente, però, l'aria fredda è anche secca, e così per la prima volta in tutto il 2024 si registra un mese quasi senza precipitazioni.
Dicembre
L'inverno meteorologico ci accoglie con il superamento, in sede polare, della famigerata soglia NAM +1.5, divenuto l'unico concreto giudice degli inverni post-2014. Il mese parte benino, con un'occasione sfiorata di neve in pianura (appena qualche fiocco il giorno 7), mentre l'Appennino fa il pieno. Ogni velleità d'inverno viene cancellata, come del resto sempre accaduto negli ultimi anni, a partire dalla metà di dicembre, quando via via si propaga il segnale di rinforzo del VP ai piani bassi dell'atmosfera. La strenua resistenza della troposfera al tentativo di condizionamento ci risparmia l'ennesimo ese-cold, e ciò si vede bene con temperature ben più basse degli anni passati, tuttavia mancano comunque vere chances invernali, ed il mese si chiude tra giornate favoniche e qualche gelata un po' più intensa. Ancora una volta si registrano temperature pressochè nella norma, mentre le precipitazioni latitano facendo segnare solo 45 mm.
Gennaio
Con gennaio cala definitivamente il sipario sulla stagione più amata dagli appassionati di meteorologia: il timido tentativo di innalzamento dell'anticiclone delle Azzorre viene prontamente sventato dall'ormai ben noto "paradosso della NAO". Difatti, talora proprio nelle condizioni più favorevoli ad afflussi freddi verso l'Italia, la NAO- può costituire più un danno che un punto a favore, ed è anche questo il caso, tanto che spostando l'asse di saccatura troppo a ponente va a minare la già precaria stabilità del fiacco promontorio anticiclonico, facendo terminare la retrogressione in pieno oceano, con conseguente aggancio del vortice canadese e ripartenza in pompa magna della zonalità. A parte una breve scodata di una saccatura diretta sui balcani, per l'Italia non c'è più niente da fare, e condizioni via via più autunnali si impossessano del Belpaese, dispensando pioviggini e tempo cupo. L'anomalia non lascia spazio ad interpretazioni: +2,5°C, conditi da 45 mm di pioggia.
Febbraio
Febbraio non porta alcuna novità, se non una beffa simile a quella osservata a inizio gennaio. L'unico episodio invernale risulta essere il rovescio di graupeln nel giorno di San Valentino, evento più caratteristico dell'inverno nel Mezzogiorno che non di quello padano. L'inverno si conclude con un +1,9°C sopramedia dell'ultimo mese, finale indegno, ma non certo tra i peggiori degli ultimi anni. Pioggia invece ancora ben presente, a riprova del fatto che il pattern impostatosi ormai più di un anno prima non s'è per niente esaurito.
Marzo
Con marzo tramonta la stagione fredda, ma anche la robustezza del VP, a causa dell'incedere della radiazione solare verso nord. A poco a poco si smantella la roccaforte del freddo, e così le medie latitudini possono giovare di una ritrovata vivacità atmosferica, dopo la monotonia invernale. Le ultime gelate salutano un generale divenuto sempre più stanco, mentre continua a piovere. Circa un grado e mezzo sopramedia, e 70 mm di precipitato.
Aprile
Se marzo si era già riportato sui binari della normalità, aprile li ha mantenuti. Eccezion fatta per l'intensa perturbazione che ha prodotto l'esondazione del Po (fenomeno d'altronde prevedibile vista la saturazione delle falde dopo ben 14 mesi di piogge abbondanti) e qualche disagio in Val Sesia, dove i fenomeni sono stati esaltati dall'orografia, il mese centrale della primavera ha portato le prime tiepide giornate, con qualche notte un po' più frizzantina. La pioggia, caduta quasi tutta in una settimana, ammonta a quasi 90 mm, mentre le temperature non mostrano eccessi, confermando aprile come mese in netta controtendenza rispetto al trend di riscaldamento.
Bilancio
Sulla stagione "fredda" 2023-2024 ha pesato un Niño positivo che ha portato le temperature medie degli oceani su valori eccezionali, ma soprattutto in ampio stacco rispetto agli anni passati. La cessione di calore all'atmosfera ha così comportato una sostanziale accelerazione del Riscaldamento Globale, oltre ad una corposa iniezione di vapore acqueo, una delle cause delle precipitazioni eccezionale del 2024 sull'Europa (anche se la causa principale è ovviamente il tipo di circolazione atmosferica). Dicembre non è stato particolarmente diverso dagli anni scorsi, osservando un avvio smagliante della stagione in montagna, per poi ritrattare proprio quando l'inverno dovrebbe entrare nel vivo, tanto che la decade natalizia è ancora una volta risultata mite e sostanzialmente stabile. In gennaio siamo stati accarezzati, per così dire, dall'inverno, per poi vedere la stagione concludersi preocemente a inizio febbraio, senza che sia davvero mai iniziata. La nota di merito è il ritorno di precipitazioni consistenti dopo due anni di agonia idrica, e ciò ha permesso nel corso della primavera di risollevare quantomeno in montagna un bilancio di massa nevosa indecoroso. Quanto alla pianura, 1 cm di neve caduto il 4 dicembre sembra quasi una provocazione, o una beffa dello stile "il tuo l'hai avuto, non lamentarti". La nebbia c'è stata, soprattutto in gennaio, e con un totale di 32 manifestazioni osservabili. Numerosi i giorni di pioggia, grazie soprattutto al contributo di marzo e aprile, per un complessivo di 54 giorate con più di 1 mm. Com'era prevedibile, invece, hanno decisamente scarseggiato le gelate: 42 in tutto, racimolate in prevalenza fra dicembre e gennaio. Poco o nulla negli altri mesi, che invece solitamente negli scorsi anni avevano dato, chi più chi meno, il proprio contributo. Si tratta di un risultato comunque migliore della stagione 2013-2014, anche se le gelate di per sè non sono un parametro sufficiente a valutare una stagione fredda. Basti pensare al 2021-2022, che fece registrare ben 82 gelate, ma che nel complesso si chiuse mite e avara di neve dai monti al piano.
Poco da commentare, quindi. A confronto, invernicchi come il 2021-2022 o il 2018-2019 possono tranquillamente accedere agli amarcord.
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