DICEMBRE 2022

Propaggine dell'autunno

1-10: Molta pioggia in un contesto di generale mitezza

L'inverno si apre con due osservati speciali, due attori in grado di tracciare le sorti di questa stagione: da un lato abbiamo un indice NAO insolitamente negativo, dall'altro la più grande estensione della copertura nevosa sull'emisfero nord da quando esistono le rilevazioni. La struttura del Vortice Polare si mostra debole fin da subito, quando una serie di depressioni con moto leggermente retrogrado affondano dalla Scandinavia sull'Europa occidentale, esponendo però l'Italia a un flusso mite e umido: una corposa perturbazione atlantica, tra il 3 e il 5 dicembre, riversa 52,9 mm di pioggia, con la neve che resta relegata alle Alpi e al crinale appenninico. Nel frattempo, l'anticiclone delle Azzorre osa troppo a nord, provocando la discesa di un lobo del Vortice Polare che però, stante una NAO troppo negativa, si limita ai paesi d'oltralpe, senza sfondare verso sud. Solo in un secondo momento, dopo aver agganciato una depressione atlantica che durante il ponte dell'Immacolata ha dispensato altre piogge (ma con quota neve altissima e forte sopra-media termico al centro-sud per un iniziale richiamo mite), l'aria fredda viene trascinata verso sud.

I grafici realizzati da NOAA mostrano l'innevamento del nostro emisfero alle soglie dell'inverno meteorologico

L'alta Val Trebbia il 4 dicembre

11-17: Breve ondata di freddo

Nella notte dell'11 foehn e bora si spartiscono la Pianura Padana, con le nostre zone che costituiscono una terra di mezzo tra i due diversi venti e che di conseguenza osservano repentini saliscendi della temperatura, ma ancor più interessante è l'alternanza tra cieli tersi e stellati e il transito di densi banchi di nebbia. All'ingresso dell'aria fredda si sviluppano temporali nevosi in Appennino, mentre di giorno i fenomeni vanno a concentrarsi sulle pianure di nord-est, contenendo le temperature e portando i fiocchi fino a bassa quota; al nord-ovest è una bella giornata di sole, e, a fronte di minime diffusamente sottozero (registrate laddove il favonio non ha spirato con troppa insistenza), le massime si portano localmente in doppia cifra. La settimana successiva si apre invece con valori di gelo a partire da quote collinari, fin sotto i -5°C di notte e localmente sottozero di giorno, con diffusi fenomeni di galaverna. In pianura le temperature vengono addolcite da un fitto nebbione, il quale però garantisce per la notte su martedì le condizioni necessarie alla neve, che, a dispetto di fenomeni molto deboli stante la traiettoria troppo meridionale della perturbazione, riesce comunque a dare una leggera imbiancata su buona parte del nord grazie ad una colonna d'aria in perfette condizioni. Mercoledì un'altra perturbazione coinvolge il centro-sud, ma il suo alito mite compromette il cuscinetto d'aria fredda alle quote superiori, ed il giorno seguente sfuma una potenziale nevicata: da Alessandria verso ovest nevica in maniera consistente, mentre dall'Oltrepò verso est piove fin sulle vette, con un importante fenomeno di gelicidio in alta collina causato dal ristagno di sacche d'aria a temperatura negativa.

Come si evince dal radiosondaggio allegato, riferito al colonna termica sul nord-ovest a mezzogiorno del 15 dicembre, la spinta dei venti miti meridionali ha indotto un riscaldamento marcato tra i 900 e i 1400 metri di altitudine, dove le temperature si sono portate al di sopra degli 0°C, provocando così la fusione della neve. A quote di bassa montagna (fra 600 e 900 metri) ha tuttavia resistito una sacca d'aria a temperature negative, cosicchè nelle località poste in Appennino è stato possibile osservare il fenomeno del gelicidio, la cui dinamica è riassunta nell'immagine a fianco. È il caso di Pietragavina, situata a 800 metri in Oltrepò Pavese. Si ringrazia Andrea, socio CML e gestore dell'azienda agricola

Pietraviva, per le foto che seguono.

 

18-31: Nubi sterili e temperature autunnali

Negli ultimi anni si è osservata una tendenza a una sempre più ricorrente scaldata natalizia, un periodo in cui si instaurano correnti miti oceaniche che si dipartono da latitudini meridionali e che investono l'Europa occidentale, portando temperature elevate per il periodo, in un contesto spesso uggioso al nord e soleggiato al sud. Che dire, evidentemente le pene dell'inferno che ci ha fatto passare la scorsa estate non erano un prezzo sufficiente, e nel lungo non si intravede nulla di buono: un probabile rinforzo del Vortice Polare a tutte le quote ("ESE-cold" in gergo tecnico) potrebbe determinare con un buon grado di affidabilità una pausa invernale di una durata stimabile tra i 30 e i 50 giorni. Tutto questo danno, ovviamente, accompagnato dall'immancabile beffa, anzi, dalle diverse beffe: la illusoria configurazione che ci ha poi portato una risicata dose di freddo a inizio mese ha lasciato certamente l'amaro in bocca, così come la lenta scaldata che l'ha seguita e che ha eroso il cuscino freddo padano spezzando le gambe ad una potenziale nevicata, ma sapere che in questo momento l'intero nord America è alle prese con una storica ondata di gelo (che da quelle parti hanno continuato a manifestarsi anche negli ultimi anni) e che il Giappone è sepolto dalla neve è una pugnala nella schiena di ogni appassionato di meteorologia italico. Il 17 dicembre si registra l'ultima debole gelata, evento da promuovere ad highlight se si vuole commentare qualcosa, dopodichè una circolazione di bassa pressione si trasferisce in pianta stabile in Atlantico, alimentando la risalita di aria caldo-umida su tutto il continente e determinando un contesto dai connotati più autunnali che invernali, con cieli grigi su tutto il nord, temperature minime molto elevate e sporadiche precipitazioni, a carattere nevoso solamente sull'arco alpino. La terza decade, dal 21 al 31, trascorre tutta sotto un profilo climatico novembrino (media di +7,97°C, completamente fuori da ogni logica!!), permettendo così a dicembre 2022 di entrare a gamba tesa tra i vertici della infelice classifica dei mesi di dicembre più caldi di sempre su tutta Italia.

Il Piemonte innevato...

...e noi sotto la nebbia

La Diola di Vicobarone

La val Gualdora

Santa Maria del Monte

Tramonto sulla nebbia

Vista sulle colline dell'Oltrepò

Il Monviso al crepuscolo


Bilancio

Le premesse erano quelle di una stagione invernale discreta, e invece dietro l'angolo ci attendeva la classica delusione alla quale ormai ci siamo abituati. Dopo un assaggio di inverno a fine novembre, le precipitazioni dei primi di dicembre liquide anche sulle vette non lasciavano presagire nulla di buono. Alla fine della prima decade ci siamo trovati di fronte a un bivio, e ovviamente abbiamo intrapreso la strada peggiore: l'aria fredda affluita sul nord Europa, invece di sfondare sul Mediterraneo, si è riversata in Atlantico andando a scavare dei minimi di bassa pressione che, come facilmente intuibile, avrebbero sospinto miti e umidi venti occidentali, lasciando peraltro spazio alla risalita dell'alta pressione sull'Italia. Il conseguente rinforzo del Vortice Polare premonisce una significativa riduzione delle chances invernali per le prossime 5-8 settimane, vale a dire per tutta la parte statisticamente migliore della stagione fredda. Difficilmente si interromperà la serie di non-inverni, dunque, e se anche questa stagione dovesse riscattarsi a febbraio, rimarrà inevitabilmente macchiata da un mese di dicembre che su 3/4 del paese è risultato il più caldo di sempre, soprattutto per colpa della decade natalizia. Il mese si chiude dunque a +5,39°C (+3,19°C dalla norma), con minime davvero eccezionali (+3,56°C), più calde perfino della temperatura media attesa per questo mese (+2,20°C). Gli estremi mensili sono di -1,9°C (l'11 e il 12) e +13,4°C (il 27). L'unica nota positiva risiede nel ritorno delle precipitazioni, ben 98,0 mm di pioggia, una manna dopo la terribile siccità dell'anno conclusosi. Nel mese si contano 7 giorni di pioggia (con accumulo di almeno 1 mm), 13 giorni con nebbia e soltanto 6 gelate; soltanto 0,5 cm di neve caduti, nemmeno sufficienti per permettere a questo mese di annoverare almeno una giornata di neve.

Temperature medie (°C) Prp (mm)
+3,56 +7,28 +5,39 98,0

Breve commento sul 2022

Insomma, a fare schifo ce l'ha messa tutta, e direi che ci è riuscito alla grande. Il 2022, con l'aiuto del surplus termico dovuto al Riscaldamento Globale, ma soprattutto con una deplorevole condotta meteo, passa agli annali della meteorologia italiana come uno degli anni climaticamente peggiori di sempre. Senza scomodare i disastri alluvionali avvenuti qua e là per la penisola o il calvario patito dai ghiacciai alpini, sulla base delle rilevazioni condotte in loco e del confronto con i dati recenti (ottenuti dalle stazioni vicine) possiamo affermare che il 2022 si distingue pure dal trend volto al riscaldamento degli ultimi anni, spiccando sia dal punto di vista termico sia sotto il profilo pluviometrico, quest'ultimo decisamente sottotono nonostante le piogge più consistenti di novembre e dicembre. La temperatura media di +14,74°C, ovvero +1.92 gradi al di sopra della media 1986-2015, non è che la risultante degli eccessi termici che si sono susseguiti praticamente per tutto l'anno, tanto che a risaltare sono proprio i brevi periodi normali. Eccezion fatta per il bimestre marzo-aprile, leggermente più freddo della norma, tutti gli altri mesi hanno registrato anomalie positive di almeno 1 grado, e si riscontra una notevole concentrazione di mesi eccezionalmente caldi (con un'anomalia media di almeno +2,50°C), ovverosia febbraio (+2,76°C), giugno (+3,59°C), luglio (+3,57°C), ottobre (+3,67°C) e dicembre (+3,19°C), e di fatto anche maggio che, pur con un'anomalia più ridotta, resta il più caldo della rispettiva serie in quasi tutte le stazioni circostanti, dotate di una serie storica più datata. A gravare maggiormente sulla media termica annua è il periodo compreso tra maggio e dicembre, la cui anomalia è di +2,68°C. Gli estremi sono di -6,0°C (9 marzo) e +38,5°C (5 agosto). Al primato termico si è aggiunto anche quello idrico: con soli 476,8 mm, il 2022 dovrebbe essere anche qui l'anno più secco da almeno 50 anni a questa parte, e a concedere l'uso del condizionale sono novembre e dicembre, mesi che hanno consentito un parziale recupero del deficit, il quale al 31 di ottobre ammontava al 50%(!!), con soli 299,8 mm da inizio anno contro i circa 600 attesi entro tale data. Passiamo ora ad enumerare alcune statistiche dell'anno volto al termine: nel 2022 si contano 52 giorni con almeno 1 mm di precipitazione accumulata (di cui solo 2 con più di 30 mm), 4,0 cm di neve fresca caduta in tre episodi, di cui due con accumulo e solo uno con almeno 1 cm di accumulo, la nebbia si è presentata in 62 giornate, mentre in 20 si sono osservati fenomeni temporaleschi con annesse precipitazioni. A dispetto del profilo termico, il 2022 conta numerose gelate, per un totale di 71, assenti invece le giornate di ghiaccio. Ben 92 sono stati sono state le massime di almeno +30°C, numerosissime! L'anno si chiude come era iniziato, con caldo anomalo e assenza di neve in appennino, firmando la sua condotta con un dicembre che ha reso una comune brinata un evento raro.

A fronte di tali anomalie, è lecito attendersi un 2023 meno caldo rispetto al 2022.

Anomalia nazionale rispetto al 1991-2020

Anomalia termica locale del 2022 rispetto al clima 1986-2015

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