27/06/2013 19:31


Saldi invariati

Dopo mesi di grandi proclami da parte del Governo in fatto di crescita, di posti di lavoro e quant'altro, ero curioso di sapere che cosa si sarebbero inventati per cercare affrontare finalmente la realtà, cioè lo sviluppo che manca, il debito pubblico che non cala, le tasse che aumentano, e il lavoro che se ne va. La risposta è arrivata oggi: anche questa volta non si sono inventati niente.

Spesso in Italia le montagne partoriscono topolini, ma stavolta siamo andati oltre: il topolino (la sospensione temporanea di IMU e IVA), appena nato se lo è già mangiato il gatto (l'aumento degli acconti IRPEF, IRES e IRAP). La parola "acconto" poi è davvero esilarante (anche se in realtà c'è di che piangere), perché è superiore all'importo del totale.

Purtroppo i problemi dell'Italia ormai sono tali e tanti che è davvero difficile immaginare come un Governo fondato su una qualche base di consenso (in verità sempre più esigua) possa affrontarli efficacemente. Quando non solo non si riducono le tasse, ma al più se ne posticipano (di poco) alcune, e solo a condizione di anticiparne altre al fine di mantenere i "saldi invariati", di invariato resta solo il segno della derivata prima della curva fiscale e della curva dell'occupazione: positivo il primo e negativo il secondo. "Il gioco delle tre tasse", titola simpaticamente il quotidiano "Libero", in una delle rare occasioni in cui io trovo simpatico un titolo di quel giornale.

Parafrasando il romanzo "Il Gattopardo", con questo ennesimo "fare di tutto per non fare nulla", nel Governo guidato da Enrico Letta saranno tutti contenti: il centrodestra perché potrà dire di avere fermato l'aumento dell'IVA, il centrosinistra perché potrà dire di avere incentivato "la ripresa" (che nessuno vede, tranne loro), ed entrambi gli schieramenti potranno far valere i rispettivi "meriti" alle prossime elezioni. Perché non è il bene del Paese ciò che sta a cuore a queste forze politiche, ma i voti, quelli dei fessi che nonostante tutto continuano a darglieli. Ma ho l'impressione che non durerà ancora a lungo.

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Scritto da Carlo Strozzi | Permalink

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